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A KARTHALO, CHE GIÀ COVA CON L’OCCHIO TORBIDO LA DELICATA BELLEZZA. RISPONDE LA SCHIAVA, LA PREDILETTA DI SOFONISBA: «MI CHIAMANO ELISSA». COME LA REGINA DELLE COSE BIANCHE E DEI SILENZII PERFETTI.

IL CONSOLE SCIPIONE, AVUTO SENTORE DEL PROSSIMO ASSALTO, HA LEVATO IL CAMPO PER RITRARSI IN LUOGO MEGLIO MUNITO. FULVIO E MACISTE, DELUSI E PERPLESSI, DISPERANO DI GIUNGERE A SALVAMENTO.

L’AUDACISSIMO NUMIDA PROMETTE A SCIPIONE L’INCENDIO DEL CAMPO DI SIFACE.

LE FORZE ABBANDONANO FULVIO CHE RINUNZIA A LOTTARE.

L’INCENDIO DEL CAMPO DI SIFACE.

A MACISTE IL FUOCO SELVAGGIO SPLENDE DA LUNGI COME UN BAGLIORE DI SPERANZA.

FULVIO E MACISTE SONO TRAVOLTI DALLE GENTI DI CIRTA FUGGIASCHE CHE RIPARANO ALLE LORO MURA; E SON FATTI PRIGIONI.

IL FULMINEO MASSINISSA INCALZA DA PRESSO LA ROTTA, E NON DÀ QUARTIERE.