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NOTA INFORMATIVA DELL’AUTORE



L’intitolazione di questo mio poemetto voleva essere tradotta nella forma che meglio si accostasse alla espressione dialettale, non offrendone, la lingua italiana, la traduzione letterale; poichè la voce «teppa» (e derivati) pur essendosi insinuata, ed adagiata, poi, nella lingua comune, essa è e rimane, nella sostanza e nella sua significazione, una voce prettamente dialettale. Traduzione, dunque, approssimativa; giacchè la differenza fra, lócch e teppista è, tuttavia, assai sensibile.

Il lócch — frutto specialissimo di questa nostra grande città — mentre si manifesta sostanzialmente diverso dal souteneur, dal ladro, dal teppista, questi tre tipi del farabuttismo egli riassume nel suo.

Il teppista, a cagion d’esempio, non è sempre teppista; giacchè per sue particolari considerazioni è raro ch’egli si abbandoni — da solo — alle azioni predilette; anche per umana ragion di vanità; poichè l’azione teppistica compiuta da solo non avrebbe che scarsa eco fra’ suoi sozï; e verrebbe a mancargli