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Parte terza | 95 |
— Perchè?
— Non conosco la contessa.
— Ti presento.
— No, no, lascia stare....
— Hai paura forse? — chiese Paolo, con una piccola risata. — Non ti salva l’amore della duchessa?
— Qui non entra la duchessa — rispose Marcello, abbassando gli occhi.
— Scusa, ho scherzato. Vieni, anche per rendermi un favore. Lalla è sempre meno cattiva quando siamo in tre che quando siamo in due.
— Sai, la conoscerò, dovrò andare a casa sua... farle forse la corte...
— La grazia del fastidio! Quando tu badi bene non innamorartene, in compagnia sua ti ci diverti. Vieni, vieni, vedrai un bel caso di donna.
Scesero dal carrozzino alla seconda porta laterale della villa. Paolo dette le redini al suo cocchiere che sedeva sul seggiolino di dietro.
— Va a casa. Avverti che ritornerò per l’ora del pranzo.
Poca gente alla Villa. In quei primi giorni di marzo, nel cominciare della primavera, dopo un inverno eccezionalmente rigido, non ci si affidava ancora al bel tempo. Poi era un martedì: e la Villa si vede piena solo nelle domeniche. Nei viali passava qualche coppia esotica, qualche istitutrice inglese che li attraversava per recarsi alla casa principesca della Riviera o di Posillipo, dove la chiamava la sua dura occupazione; qualche vecchietto lento, qualche giovanotto elegante, venuto lì per ragioni misteriose o poco misteriose di convegno. Attorno alla musica tre o quattro gruppi di nutrici tar-