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Parte quinta | 235 |
— Appunto; ma a te dovrebbe giungere nuova.
— Che ne sai tu? — domandò ella, scuotendosi sotto l’ironia.
— Io? Fantasie: non pensarvi. Zio, quest’oggi, alle tre, non posso venire con voi.
— Come vuoi; già, non è affare d’importanza.
— Ad ogni modo, scusatemi; ma questa lettera mi dà un ritrovo...
E come il servo comparve sotto la porta a dire che il coupè era pronto, egli si avviò per uscire.
— È un appuntamento femminile? — domandò Beatrice, come se scherzasse.
Egli si volse indietro, le si accostò, la fissò per un momento negli occhi. La vide impallidire ed arrossire sotto il suo sguardo.
— Che hai? — le chiese sottovoce.
— Nulla — rispose lei, chinando il capo.
— Tu vuoi dirmi qualche cosa?
— Io? No, niente.
— Mi hai richiamato.
— Ho scherzato.
— Tu scherzi adesso?
— Qualche volta. Perchè no? Io sono allegra, Marcello. Sono molto allegra. Vuoi che venga anch’io al tuo ritrovo?
— Tu hai qualche cosa.
— Ma no, te lo assicuro. Vengo con te — e dette in una risatina.
Egli tremò. Aveva inteso altrove quel riso caustico, spezzato, senza giocondità?
— Zio, che ne dite? Marcello ha un ritrovo oggi. Andiamo a sorprenderlo?
— Sicuro, sarebbe grazioso: una scenetta comica. Ma dove?