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200 | Cuore infermo |
Ella rilesse due o tre volte le poche parole, aprì e voltò il foglietto, osservò bene la busta: niente altro. Marcello aveva omesso di scrivere con chi era partito. La data 20 ottobre... un anno era trascorso. Con chi era partito dunque, con chi? Andava su e giù nel salotto, stringendo le mani per dominare la sua agitazione. Ecco: tutto il resto non serviva, non le importava per nulla. L’ora singolare, quella notte burrascosa, quel viaggio impensato, quel biglietto monco ed arido, non pensava a tutto ciò: voleva sapere con chi era partito. Qualcuno doveva dirglielo, qualcuno, qualcuno... Giuseppe certamente. Anzi egli aveva insistito per parlare, aveva forse qualche incarico a voce...
— Giovannina, è di là il cameriere del duca?
— Si riscalda al fuoco, eccellenza.
— Venga subito da me.
E riprese i suoi giri nella stanza.
— Giuseppe, è il duca in persona che vi ha vi ha dato questo biglietto?
— In persona, eccellenza.
— Dove?
— All’albergo Tramontano.
— Non ha chiesto la sua carrozza?
— No, ma una carrozza era nel cortile dell’albergo. Mi disse di scendere domani a Napoli.
— Non aggiunse nulla per me?
— Nulla, eccellenza.
— Era solo?
— Solo.
— Benissimo. Scenderete domani a Napoli. La servitù può ritirarsi. Il duca questa sera non ritorna.
— E le chiavi, eccellenza?
— Quali chiavi?