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150 | Cuore infermo |
ritorno, stagione a Napoli, balli dappertutto, agitazioni dappertutto. Su tutto questo, Marcello e suo padre che non volevano lasciarla in pace: era stata costretta a dare delle spiegazioni, subire delle scene, a scansarne delle altre peggiori... e che so io! Figurarsi se i suoi nervi, malgrado la loro equabilità, non dovessero esserne stracchi. Per questo desiderava il riposo.
Certo ella sapeva che a Sorrento non cessa completamente la vita mondana e chiassosa dell’aristocrazia; ma ne diminuisce la febbrile attività. Vi è sempre lo Stabia Hall a Castellammare, sempre le sale dell’albergo Tramontano a Sorrento, dove si balla spesso; ma è un ballonzolo di villa, in abito corto di mussola e cappello coperto di fiori: si termina a mezzanotte, si va a letto ad un’ora modesta. Si fanno lunghe gite in carrozza, a piedi, a cavallo, in barchetta; ma ci si va di buon mattino, si fa colazione sull’erba o sull’arena, dove si può riposare un’oretta. Sulla via maestra di Massalubrense vi è un tentativo di corso; però è un buon genere mancarvi spesso. Le dame non hanno giorno di ricevimento; se capitano visite da Napoli o dai vicini villaggi si possono ricevere e non ricevere in tutte le ore; le consegne non sono sottoposte a dicerie maldicenti. Al mattino vi è naturalmente l’obbligo del bagno di mare alla spiaggia; in settembre cessa. Ogni tanto si dà una recita di filodrammatici, si imbastisce alla lesta un concerto: nulla di formale. La vita si rallenta. Si respira in certe ore; e ne hanno bisogno i polmoni affaticati che hanno troppo vissuto nell’atmosfera artificiale del gas, dei profumi falsi, degli aliti ardenti, dei fiori morenti. Il lusso sminuisce: poco, ma sminuisce. Appunto perchè fa caldo, è bello non iscollarsi troppo, poichè sembrerebbe bisogno volgare,