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72 | dicembre |
una parola che fu decisiva per lui. Sua madre lo guardò, e parendole di vederlo più malandato e più smorto del solito, gli disse: - Giulio, tu sei malato. - E poi, voltandosi al padre, ansiosamente: - Giulio è malato. Guarda com’è pallido! Giulio mio, cosa ti senti? - Il padre gli diede uno sguardo di sfuggita, e disse: - È la cattiva coscienza che fa la cattiva salute. Egli non era così quando era uno scolaro studioso e un figliuolo di cuore. - Ma egli sta male! - esclamò la mamma. - Non me ne importa più! - rispose il padre.
Quella parola fu una coltellata al cuore per il povero ragazzo. Ah! non glie ne importava più. Suo padre che tremava, una volta, solamente a sentirlo tossire! Non l’amava più dunque, non c’era più dubbio ora, egli era morto nel cuore di suo padre... Ah! no, padre mio, - disse tra sé il ragazzo, col cuore stretto dall’angoscia, - ora è finita davvero, io senza il tuo affetto non posso vivere, lo rivoglio intero, ti dirò tutto, non t’ingannerò più, studierò come prima; nasca quel che nasca, purché tu torni a volermi bene, povero padre mio! Oh questa volta son ben sicuro della mia risoluzione!
Ciò non di meno, quella notte si levò ancora, per forza d’abitudine, più che per altro; e quando fu levato, volle andare a salutare, a riveder per qualche minuto, nella quiete della notte, per l’ultima volta, quello stanzino dove aveva tanto la-