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la prima nevicata 57

uscivan dalla scuola di corsa, ridendo; anche la mia maestra di prima superiore, poveretta, correva a traverso al nevischio, riparandosi il viso col suo velo verde, e tossiva. E intanto centinaia di ragazze della sezione vicina passavano strillando e galoppando su quel tappeto candido, e i maestri e i bidelli e la guardia gridavano: - A casa! A casa! - ingoiando fiocchi di neve e imbiancandosi i baffi e la barba. Ma anch’essi ridevano di quella baldoria di scolari che festeggiavan l’inverno....

- Voi festeggiate l’inverno.... Ma ci son dei ragazzi che non hanno né panni, né scarpe, né fuoco. Ce ne son migliaia i quali scendono ai villaggi, con un lungo cammino, portando nelle mani sanguinanti dai geloni un pezzo di legno per riscaldare la scuola. Ci sono centinaia di scuole quasi sepolte fra la neve, nude e tetre come spelonche, dove i ragazzi soffocano dal fumo o battono i denti dal freddo, guardando con terrore i fiocchi bianchi che scendono senza fine, che s’ammucchiano senza posa sulle loro capanne lontane, minacciate dalle valanghe. Voi festeggiate l’inverno, ragazzi. Pensate alle migliaia di creature a cui l’inverno porta la miseria e la morte.

Tuo Padre.


IL MURATORINO


11, domenica,

Il «muratorino» è venuto oggi, in cacciatora, tutto vestito di roba smessa di suo padre, ancora bianca di calcina e di gesso. Mio padre lo desiderava