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314 | giugno |
certezza di non rivederli più, diede ancora dei buoni consigli, li baciò tutti, e se n’andò singhiozzando. Ora nessuno la rivedrà mai più. Ricordatevi di lei, figliuoli. - Il piccolo Precossi, che era stato suo scolaro nella prima superiore, chinò la testa sul banco e si mise a piangere.
Ieri sera, dopo la scuola, andammo tutti insieme alla casa della morta, per accompagnarla alla chiesa. C’era già nella strada un carro mortuario con due cavalli, e molta gente che aspettava, parlando a bassa voce. C’era il Direttore, tutti i maestri e le maestre della nostra scuola, e anche d’altre sezioni, dove essa aveva insegnato anni addietro; c’erano quasi tutti i bambini della sua classe, condotti per mano dalle madri, che portavan le torcie; e moltissimi d’altre classi, e una cinquantina d’alunne della sezione Baretti, chi con corone in mano, chi con mazzetti di rose. Molti mazzi di fiori li avevan già messi sul carro, al quale era appesa una corona grande di gaggìe con su scritto in caratteri neri: Alla loro maestra le antiche alunne di quarta.- e sotto la corona grande, ce n’era appesa una piccola, che avevan portata i suoi bambini. Si vedevano tra la folla molte donne di servizio, mandate dalle padrone, con le candele, e anche due servitori in livrea, con una torcia accesa; e un signore ricco, padre d’uno scolaro della maestra, aveva fatto venire la sua carrozza, foderata di seta azzurra. Tutti s’accalcavano davanti alla porta. C’eran parecchie ragazze che s’asciugavan le lagrime. Aspettammo un pezzo in silenzio. Finalmente portaron giù la cassa. Quando videro infilar la cassa dentro al carro, alcuni bambini si misero a pianger forte, e uno cominciò a gridare come se capisse soltanto allora che la sua