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282 maggio

vide che la padrona non c’era più: eran venuti a chiamarla furtivamente. Cercò il padrone: era sparito. Non restavan più che le due infermiere e l’assistente. Si sentiva nella stanza vicina un rumore affrettato di passi, un mormorio di voci rapide e sommesse, e d’esclamazioni rattenute. La malata fissò sull’uscio gli occhi velati, aspettando. Dopo alcuni minuti vide comparire il medico, con un viso insolito; poi la padrona e il padrone, anch’essi col viso alterato. Tutti e tre la guardarono con un’espressione singolare, e si scambiarono alcune parole a bassa voce. Le parve che il medico dicesse alla signora: - Meglio subito. - La malata non capiva.

- Iosefa, - le disse la padrona con la voce tremante. - Ho una buona notizia da darvi. Preparate il cuore a una buona notizia.

La donna la guardò attentamente.

- Una notizia, - continuò la signora, sempre più agitata, - che vi darà una grande gioia.

La malata dilatò gli occhi.

- Preparatevi, - proseguì la padrona, - a vedere una persona... a cui volete molto bene.

La donna alzò il capo con un scatto vigoroso, e cominciò a guardare rapidamente ora la signora ora l’uscio, con gli occhi sfolgoranti.

- Una persona, - soggiunse la signora, impallidendo, - arrivata or ora... inaspettatamente.