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276 | maggio |
- Ci son stato io un mese fa, - disse un giovane che era accorso al grido.
Marco lo guardò con gli occhi grandi e gli domandò precipitosamente impallidendo: - Avete visto la donna di servizio del signor Mequinez, l’italiana?
- La jenovesa? L’ho vista.
Marco ruppe in un singhiozzo convulso, tra di riso e di pianto. Poi con un impeto di risoluzione violenta: - Dove si passa, presto, la strada, parto subito, insegnatemi la strada!
- Ma c’è una giornata di marcia, - gli dissero tutti insieme, - sei stanco, devi riposare, partirai domattina.
- Impossibile! Impossibile! - rispose il ragazzo. - Ditemi dove si passa, non aspetto più un momento, parto subito, dovessi morire per via!
Vistolo irremovibile, non s’opposero più. - Dio t’accompagni, - gli dissero. - Bada alla via per la foresta. - Buon viaggio, italianito. - Un uomo l’accompagnò fuori di città, gli indicò il cammino, gli diede qualche consiglio e stette a vederlo partire. In capo a pochi minuti, il ragazzo scomparve, zoppicando, con la sua sacca sulle spalle, dietro agli alberi folti che fiancheggiavan la strada.
Quella notte fu tremenda per la povera inferma.