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260 | maggio |
ebbe dentro quarantadue lire. - Hai Visto, - disse allora, voltandosi verso il ragazzo, - come si fa presto in America? - Bevi - gli gridò un altro, porgendogli un bicchiere di vino: - Alla salute di tua madre! - Tutti alzarono i bicchieri. - E Marco ripeté: - Alla salute di mia... - Ma un singhiozzo di gioia gli chiuse la gola, e rimesso il bicchiere sulla tavola, si gettò al collo del suo vecchio.
La mattina seguente, allo spuntare del giorno, egli era già partito per Cordova, ardito e ridente, pieno di presentimenti felici. Ma non c’è allegrezza che regga a lungo davanti a certi aspetti sinistri della natura. Il tempo era chiuso e grigio; il treno, presso che vuoto, correva a traverso a un’immensa pianura priva d’ogni segno d’abitazione. Egli si trovava solo in un vagone lunghissimo, che somigliava a quelli dei treni per i feriti. Guardava a destra, guardava a sinistra, e non vedeva che una solitudine senza fine, sparsa di piccoli alberi deformi, dai tronchi e dai rami scontorti, in atteggiamenti non mai veduti, quasi d’ira e d’angoscia; una vegetazione scura, rada e trista, che dava alla pianura l’apparenza d’uno sterminato cimitero. Sonnecchiava mezz’ora, tornava a guardare: era sempre lo stesso spettacolo. Le stazioni della strada ferrata eran solitarie, come case di eremiti; e quando il treno si fermava, non si sentiva