chiara e sonora per tutto il cortile, che non perdetti più una parola. - ...Quando vide dalla sponda il compagno che si dibatteva nel fiume, già preso dal terrore della morte, egli si strappò i panni di dosso e accorse senza titubare un momento. Gli gridarono: - T’anneghi!, - non rispose; lo afferrarono, si svincolò; lo chiamaron per nome, era già nell’acqua. Il fiume era gonfio, il rischio terribile, anche per un uomo. Ma egli si slanciò contro la morte con tutta la forza del suo piccolo corpo e del suo grande cuore; raggiunse e afferrò in tempo il disgraziato, che già era sott’acqua, e lo tirò a galla; lottò furiosamente con l’onda che li volea travolgere, col compagno che tentava d’avvinghiarlo; e più volte sparì sotto e rivenne fuori con uno sforzo disperato; ostinato, invitto nel suo santo proposito, non come un ragazzo che voglia salvare un altro ragazzo, ma come un uomo, come un padre che lotti per salvare un figliuolo, che è la sua speranza e la sua vita. Infine, Dio non permise che una così generosa prodezza fosse inutile. Il nuotatore fanciullo strappò la vittima al fiume gigante, e la recò a terra, e le diè ancora, con altri, i primi conforti; dopo di che se ne tornò a casa solo e tranquillo, a raccontare ingenuamente l’atto suo. Signori! Bello, venerabile è l’eroismo nell’uomo. Ma nel fanciullo, in cui nessuna mira d’ambizione o d’altro interesse è ancor possibile; nel fan-