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il numero 78 | 161 |
IL NUMERO 78
8, mercoledì
Vidi una scena commovente ieri sera. Eran vari giorni che l’erbivendola, ogni volta che passava accanto a Derossi, lo guardava, lo guardava con una espressione di grande affetto; perché Derossi, dopo che ha fatto quella scoperta del calamaio e del prigioniero numero 78, ha preso a benvolere il suo figliuolo Crossi, quello dei capelli rossi e del braccio morto, e l’aiuta a fare il lavoro in iscuola, gli suggerisce le risposte, gli dà carta, pennini, lapis: insomma, gli fa come a un fratello, quasi per compensarlo di quella disgrazia di suo padre, che gli è toccata, e ch’egli non sa. Eran vari giorni che l’erbivendola guardava Derossi, e pareva gli volesse lasciar gli occhi addosso, perché è una buona donna, che vive tutta per il suo ragazzo; e Derossi che glie l’aiuta e gli fa far bella figura, Derossi che è un signore e il primo della scuola, le pare un re, un santo a lei. Lo guardava sempre e pareva che volesse dirgli qualcosa, e si vergognasse. Ma ieri mattina, finalmente, si fece coraggio e lo fermò davanti a un portone e gli disse: - Scusi tanto lei, signorino, che è così buono, che vuol tanto bene al mio figliuolo, mi faccia la grazia d’accettare questo piccolo ricordo d’una povera mamma; - e tirò fuori dalla cesta degli erbaggi una scatoletta di cartoncino bianco e dorato. Derossi arrossì tutto, e rifiutò, dicendo risolutamente: - La dia al suo figliuolo; io non accetto nulla. - La donna rimase mortificata e domandò scusa, balbettando: -