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122 | febbraio |
che suo padre era in America: - era invece in prigione; - Crossi era piccolo al tempo del delitto, non si ricorda, sua madre lo ingannò, egli non sa nulla; non ci sfugga una sillaba di questo! - Io rimasi senza parola, con gli occhi fissi su Crossi. E allora Derossi risolvette il problema e lo passò sotto il banco a Crossi; gli diede un foglio di carta; gli levò di mano L’Infermiere di Tata, il racconto mensile, che il maestro gli aveva dato a ricopiare, per ricopiarlo lui in sua vece; gli regalò dei pennini, gli accarezzò la spalla, mi fece promettere sul mio onore che non avrei detto nulla a nessuno; e quando uscimmo dalla scuola mi disse in fretta: - Ieri suo padre è venuto a prenderlo, ci sarà anche questa mattina: fa come faccio io. Uscimmo nella strada, il padre di Crossi era là, un po’ in disparte: un uomo con la barba nera, già un po’ brizzolata, vestito malamente, con un viso scolorito e pensieroso. Derossi strinse la mano a Crossi; in modo da farsi vedere, e gli disse forte: - A riverderci, Crossi, - e gli passò la mano sotto mento, io feci lo stesso. Ma facendo quello, Derossi diventò color di porpora, io pure; e il padre di Crossi ci guardò attentamente, con uno sguardo benevolo; ma in cui traluceva un’espressione d’inquietudine e di sospetto, che ci mise freddo nel cuore.
L'INFERMIERE DI TATA
Racconto Mensile
La mattina d’un giorno piovoso di marzo, un ragazzo vestito da campagnuolo, tutto inzuppato d’acqua e infangato, con un involto di panni sotto