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era stato a sentire con la bocca aperta, guardò fisso il Sovrintendente e il Direttore, e poi fissò il suo figliuolo, che gli stava davanti, con gli occhi bassi, tremando; e come se ricordasse e capisse allora per la prima volta tutto quello che aveva fatto soffrire a quel povero piccino, e tutta la bontà, tutta la costanza eroica con cui egli aveva sofferto, mostrò a un tratto nel viso una certa meraviglia stupida, poi un dolore accigliato, infine una tenerezza violenta e triste, e con un rapido gesto afferrò il ragazzo per il capo e se lo strinse sul petto. Noi gli passammo tutti davanti; io l’invitai a venir a casa giovedì, con Garrone e Crossi; altri lo salutarono; chi gli faceva una carezza, chi gli toccava la medaglia, tutti gli dissero qualche cosa. E il padre guardava stupito, tenendosi sempre serrato al petto il capo del figliuolo, che singhiozzava.
17, venerdì
Ah! questo è certamente il caso più strano di tutto l’anno! Mio padre mi condusse ieri mattina nei dintorni di Moncalieri, a vedere una villa da prendere a pigione per l’estate prossima, perché quest’anno non andiamo più a Chieri; e si trovò che chi aveva le chiavi era un maestro, il quale fa da segretario al padrone. Egli ci fece vedere la casa, e poi ci condusse nella sua camera, dove ci diede da bere. C’era sul tavolino, in mezzo ai bicchieri, un calamaio di legno, di forma conica, scolpito in una maniera singolare. Vedendo che mio padre lo guardava, il maestro gli disse: - Quel calamaio lì mi è prezioso: se sapesse,