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FEBBRAIO.

UNA MEDAGLIA BEN DATA.


4, sabato

Questa mattina venne a dar le medaglie il Sovrintendente scolastico, un signore con la barba bianca, vestito di nero. Entrò col Direttore, poco prima del finis, e sedette accanto al maestro. Interrogò parecchi, poi diede la prima medaglia a Derossi, e prima di dar la seconda, stette qualche momento a sentire il maestro e il Direttore, che gli parlavano a voce bassa. Tutti domandavano: - A chi darà la seconda? - Il Sovrintendente disse a voce alta: - La seconda medaglia l’ha meritata questa settimana l’alunno Pietro Precossi: meritata per i lavori di casa, per le lezioni, per la calligrafia, per la condotta, per tutto. - Tutti si voltarono a guardar Precossi, si vedeva che ci avevan tutti piacere. Precossi s’alzò, confuso che non sapeva più dove fosse. - Vieni qua, - disse il Sovrintendente. Precossi saltò giù dal banco e andò accanto al tavolino del maestro. Il sovrintendente guardò con attenzione quel visino color di cera, quel piccolo corpo insaccato in quei panni rimboccati e disadatti, quegli occhi buoni e tristi, che sfuggivano i suoi, ma che lasciavano indovinare una storia di patimenti, poi gli disse con voce piena di affetto, attaccandogli la medaglia