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seguitava, e lo guardava curiosamente. Tutt’a un tratto, cavato di sotto al mantello un oggetto, lo mette in mano al ragazzo, dicendogli in fretta: - È per te, - e via come un lampo. Il ragazzo porta l’oggetto allo zio; vedono che c’è scritto su: "Ti regalo questo"; guardan dentro, e fanno un’esclamazione di stupore. Era l’album famoso, con la sua collezione di francobolli, che il povero Garoffi aveva portato, la collezione di cui parlava sempre, su cui aveva fondato tante speranze, e che gli era costata tante fatiche; era il suo tesoro, povero ragazzo, era metà del suo sangue, che in cambio del perdono egli regalava!
IL PICCOLO SCRIVANO FIORENTINO.
(Racconto mensile)
Faceva la quarta elementare. Era un grazioso fiorentino di dodici anni, nero di capelli e bianco di viso, figliuolo maggiore d’un impiegato delle strade ferrate, il quale, avendo molta famiglia e poco stipendio, viveva nelle strettezze. Suo padre lo amava assai, ed era buono e indulgente con lui: indulgente in tutto fuorché in quello che toccava la scuola: in questo pretendeva molto e si mostrava severo perché il figliuolo doveva mettersi in grado di ottener presto un impiego per aiutar la famiglia; e per valer presto qualche cosa gli bisognava faticar molto in poco tempo. E benché il ragazzo studiasse, il padre lo esortava sempre a studiare. Era già avanzato negli anni, il padre, e il troppo lavoro l’aveva anche invecchiato prima del tempo. Non di meno, per provvedere ai bisogni della famiglia, oltre al molto lavoro che gl’imponeva il suo