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Si levò le scarpe, si strinse la cinghia dei calzoni, buttò nell’erba il berretto e abbracciò il tronco del frassino
- Ma bada... - esclamò l’uffiziale, facendo l’atto di trattenerlo, come preso da un timore improvviso.
Il ragazzo si voltò a guardarlo, coi suoi begli occhi celesti, in atto interrogativo.
- Niente, - disse l’uffiziale; - va su.
Il ragazzo andò su, come un gatto.
- Guardate davanti a voi, - gridò l’uffiziale ai soldati.
In pochi momenti il ragazzo fu sulla cima dell’albero, avviticchiato al fusto, con le gambe fra le foglie, ma col busto scoperto, e il sole gli batteva sul capo biondo, che pareva d’oro. L’uffiziale lo vedeva appena, tanto era piccino lassù.
- Guarda dritto e lontano, - gridò l’uffiziale.
Il ragazzo, per veder meglio, staccò la mano destra dall’albero e se la mise alla fronte.
- Che cosa vedi? - domandò l’uffiziale.
Il ragazzo chinò il viso verso di lui, e facendosi portavoce della mano, rispose: - Due uomini a cavallo, sulla strada bianca.
- A che distanza di qui?
- Mezzo miglio.
- Movono?
- Son fermi.
- Che altro vedi? - domandò l’ufficiale, dopo un momento di silenzio. - Guarda a destra.
Il ragazzo guardò a destra.
Poi disse: - Vicino al cimitero, tra gli alberi, c’è qualche cosa che luccica. Paiono baionette.