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un’altra sezione alla nostra perché aveva cambiato di casa. A veder quel ragazzo il Direttore fece un atto di meraviglia, - lo guardò un pezzo, ― guardò il ritratto che tien sul tavolino e tornò a guardare il ragazzo, tirandoselo fra le ginocchia e facendogli alzare il viso. Quel ragazzo somigliava tutto al suo figliuolo morto. Il Direttore disse: - Va bene; - fece l’iscrizione, congedò padre e figlio, e restò pensieroso. - Che peccato che se ne vada! - ripeté mio padre. E allora il Direttore prese la sua domanda di riposo, la fece in due pezzi e disse: - Rimango.
25, venerdì
Garrone s’attira l’affetto di tutti; Derossi, l’ammirazione. Ha preso la prima medaglia, sarà sempre il primo anche quest’anno, nessuno può competer con lui, tutti riconoscono la sua superiorità in tutte le materie. È il primo in aritmetica, in grammatica, in composizione, in disegno, capisce ogni cosa al volo, ha una memoria meravigliosa, riesce in tutto senza sforzo, pare che lo studio sia un gioco per lui. Il maestro gli disse ieri: - Hai avuto dei grandi doni da Dio, non hai altro da fare che non sciuparli. - E per di più è grande, bello, con una gran corona di riccioli biondi, lesto che salta un banco appoggiandovi una mano su; e sa già tirare di scherma. Ha dodici anni, è figliuolo d’un negoziante, va sempre vestito di turchino con dei bottoni dorati, sempre vivo, allegro, grazioso con tutti, e aiuta quanti può all’esame, e nessuno ha mai osato fargli uno sgarbo o dirgli una brutta parola. Nobis e Franti soltanto lo guardano