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portinaio a fare una passeggiata sul corso. A metà circa del corso, passando vicino a un carro fermo davanti a una bottega, mi sento chiamare per nome, mi volto: era Coretti, il mio compagno di scuola, con la sua maglia color cioccolata e il suo berretto di pelo di gatto tutto sudato e allegro, che aveva un gran carico di legna sulle spalle. Un uomo ritto sul carro gli porgeva una bracciata di legna per volta, egli le pigliava e le portava nella bottega di suo padre, dove in fretta e in furia le accatastava.

- Che fai, Coretti? - gli domandai.

- Non vedi? - rispose, tendendo le braccia per pigliare il carico, - ripasso la lezione.

Io risi. Ma egli parlava sul serio, e presa la bracciata di legna, cominciò a dire correndo: - Chiamansi accidenti del verbo... le sue variazioni secondo il numero... secondo il numero e la persona...

E poi, buttando giù la legna e accatastandola: - secondo il tempo... secondo il tempo a cui si riferisce l’azione...

E tornando verso il carro a prendere un’altra bracciata: - secondo il modo in cui l’azione è enunciata.

Era la nostra lezione di grammatica per il giorno dopo. - Che vuoi, - mi disse, - metto il tempo a profitto. Mio padre è andato via col garzone per una faccenda. Mia madre è malata. Tocca a me a scaricare. Intanto ripasso la grammatica. È una lezione difficile oggi. Non riesco a pestarmela nella testa. Mio padre ha detto che sarà qui alle sette per darvi i soldi, - disse poi all’uomo del carro.

Il carro partì. - Vieni un momento in bottega, - mi disse Coretti. Entrai: era uno stanzone pieno di