Pagina:Cuore.djvu/200

le parti. - Al nuovo anno! - Ai venti d’ottobre! - A rivederci ai Santi! - Noi pure ci salutammo. Ah! come si dimenticavano tutti i dissapori in quel momento! Votini, che era sempre stato così geloso di Derossi, fu il primo a gettarglisi incontro con le braccia aperte. Io salutai il muratorino e lo baciai proprio nel momento che mi faceva il suo ultimo muso di lepre, caro ragazzo! Salutai Precossi, salutai Garoffi, che mi annunziò la vincita alla sua ultima lotteria e mi diede un piccolo calcafogli di maiolica, rotto da un canto, dissi addio a tutti gli altri. Fu bello vedere il povero Nelli, come s’avviticchiò a Garrone, che non lo potevan più staccare. Tutti s’affollarono intorno a Garrone, e addio Garrone, addio, a rivederci, e lì a toccarlo, a stringerlo, a fargli festa, a quel bravo, santo ragazzo; e c’era suo padre tutto meravigliato, che guardava e sorrideva. Garrone fu l’ultimo che abbracciai, nella strada, e soffocai un singhiozzo contro il suo petto: egli mi baciò sulla fronte. Poi corsi da mio padre e da mia madre. Mio padre mi domandò: - Hai salutati tutti i tuoi compagni? - Dissi di sì. - Se c’è qualcuno a cui tu abbia fatto un torto, vagli a dire che ti perdoni e che lo dimentichi. C’è nessuno? - Nessuno, - risposi. - E allora addio! - disse mio padre, con la voce commossa, dando un ultimo sguardo alla scuola. E mia madre ripeté: - addio! - E io non potei dir nulla.

Fine