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i libretti di promozione. La strada era affollata di parenti, che avevano invaso anche il camerone, e molti erano entrati nelle classi, pigiandosi fino accanto al tavolino del maestro: nella nostra riempivano tutto lo spazio fra il muro e i primi banchi. C’era il padre di Garrone, la madre di Derossi, il fabbro Precossi, Coretti, la signora Nelli, l’erbaiola, il padre del muratorino, il padre di Stardi, molti altri che non avevo mai visti; e si sentiva da tutte le parti un bisbiglio, un brulichìo, che pareva d’essere in una piazza. Entrò il maestro: si fece un grande silenzio. Aveva in mano l’elenco, e cominciò a leggere subito. - Abatucci, promosso, sessanta settantesimi, Archini, promosso, cinquantacinque settantesimi. Il muratorino promosso, Crossi promosso. Poi lesse forte: - Derossi Ernesto promosso, settanta settantesimi, e il primo premio. - Tutti i parenti ch’eran lì, che lo conoscevan tutti, dissero: - Bravo, bravo, Derossi! - ed egli diede una scrollata ai suoi riccioli biondi, col suo sorriso disinvolto e bello, guardando sua madre, che gli fece un saluto con la mano. Garoffi, Garrone, il calabrese, promossi. Poi tre o quattro di seguito rimandati, e uno si mise a piangere perché suo padre ch’era sull’uscio, gli fece un gesto di minaccia. Ma il maestro disse al padre: - No, signore, mi scusi; non è sempre colpa, è sfortuna molte volte. E questo è il caso. - Poi lesse: - Nelli, promosso, sessantadue settantesimi. - Sua madre gli mandò un bacio col ventaglio. Stardi promosso con sessantasette settantesimi; ma a sentire quel bel voto, egli non sorrise neppure, e non staccò i pugni dalle