Pagina:Cuore.djvu/145

da lui! Tra poche ore l’avrebbe veduta! Ed egli si trovava in America, nel nuovo mondo, e aveva avuto l’ardimento di venirci so]o! Tutto quel lunghissimo viaggio gli pareva allora che fosse passato in un nulla. Gli pareva d’aver volato, sognando, e di essersi svegliato in quel punto. Ed era così felice, che quasi non si stupì né si afflisse, quando si frugò nelle tasche, e non ci trovò più uno dei due gruzzoli in cui aveva diviso il suo piccolo tesoro, per esser più sicuro di non perdere tutto. Gliel’avevan rubato, non gli restavan più che poche lire; ma che gli importava, ora ch’era vicino a sua madre. Con la sua sacca alla mano scese insieme a molti altri italiani in un vaporino che li portò fino a poca distanza dalla riva, calò dal vaporino in una barca che portava il nome di Andrea Doria, fu sbarcato al molo, salutò il suo vecchio amico lombardo, e s’avviò a lunghi passi verso la città.

Arrivato all’imboccatura della prima via fermò un uomo che passava e lo pregò di indicargli da che parte dovesse prendere per andar in via de los Artes. Aveva fermato per l’appunto un operaio italiano. Questi lo guardò con curiosità e gli domandò se sapeva leggere. Il ragazzo accennò di sì. - Ebbene, - gli disse l’operaio, indicandogli la via da cui egli usciva; - va su sempre diritto, leggendo i nomi delle vie a tutte le cantonate; finirai con trovare la tua. - Il ragazzo lo ringraziò e infilò la via che gli s’apriva davanti.

Era una via diritta e sterminata, ma stretta; fiancheggiata da case basse e bianche, che pareva tanti villini; piena di gente, di carrozze, di grandi