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«Milano, anno ix repubblicano» (22 sett. 1800-21 sett. 1801). Senonché , se, pel Saggio, si deve protrarre la data di pubblicazione fino forse all’agosto 1801, credo che, per questa seconda edizione del Rapporto, non si possa non collocarla nel secondo semestre (se non nel settembre) del 1800. Il Lomonaco infatti pone la povera Luisa Sanfelice nell’elenco dei condannati a morte cui s’era commutata la pena in quella della fossa della Favignana1; mostrando, per tal modo, d’ignorare ancora quale orrendo scempio, l’11 settembre 1800, il carnefice avesse fatto del corpo di quella sventurata. Ora, che a lui, amico del Cuoco, la notizia della decapitazione, anzi dello scannamento, possa essere giunta con uno, due mesi di ritardo, in modo da non permettergli piú di fare la necessaria correzione, è cosa che, stiracchiando, si riesce anche ad ammettere; ma supporre che egli, p. es., nel marzo o aprile 1801 potesse ancora credere alla diceria della commutazione di pena, è contro ogni verisimiglianza.

Il tono risolutamente anticlericale, anzi anticattolico, del Lomonaco non poteva non procurargli molte antipatie. Il Natali ha giá parlato di un esemplare del Rapporto (quello della V. E., che ho presente2), in cui un anonimo, cattolico assai fervente, appose qua e lá alcune postille tutt’altro che lusinghiere per l’autore («sciaurato fuoruscito», «doh! bestialitá», ecc.). Io ho rinvenuto nella Biblioteca municipale di Napoli (giá Cuomo) una copia ms. del Rapporto, che reca in fine l’annotazione: «Finito di copiare a dí 30 giugno 1810 da una copia scritta in 8° di pp. 120, e detta copia è stata fatta con tutta l’esattezza possibile da G. M. S. T. per vieppiú completare la sua raccolta», e qua e lá, in altro carattere, alcune postille, la prima delle quali ha la data del 1827 e la firma «E. P.». Anche codesto signore non sa tollerare l’anticattolicismo del Lomonaco: per altro non è antipatriota e, di piú, conosce bene la rivoluzione del Novantanove; quindi qualche postilla ha carattere storico, e non è priva d’importanza. Trascrivo l’ultima, relativa ai quattordicimila ducati pretesi dal Méjean dai patrioti napoletani:

Sconfitti i pochi patrioti, che al ponte della Maddalena da leoni si opposero all’armi reali, ed entrati i calabresi nella cittá, i primi si riti-

  1. Si vedano per questo particolare gli Studi del Croce, p. 158, e l’opera piú oltre cit. del Fortunato, 1. c.
  2. Reca l’ex -libris: «Ferdinandi Cortesi καὶ τῶν φιλῶν».