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rapporto al cittadino carnot 323

COLPO D’OCCHIO SU L’ITALIA


L’Italia, non essendo divisa né per mezzo di grossi fiumi né di gran montagne, godendo la stessa bellezza di cielo, presso a poco la stessa fertilitá di suolo, racchiudendo in sé tutte le umane risorse, bagnata dal Mediterraneo, dal Ionio, dall’Adriatico, e separata dagli altri popoli da una catena di monti inaccessibili, sembra che dalla natura sia destinata a formare una sola potenza. I suoi abitanti, che parlano la stessa lingua, che hanno la medesima tinta di passioni e di carattere, che godono di un egual germe di sviluppo morale e di fisica energia, che non sono separati né da interessi né da opinioni religiose, sono fatti per essere i membri della stessa famiglia.

Il fatto annunzia la possibilitá. Scorrete la storia, e vedrete che sotto la repubblica romana l’Italia riposò all’ombra di un solo governo e di una sola costituzione politica; fu libera ed indipendente; si elevò al disopra della linea orizzontale di tutte le nazioni del globo, a cui dettò la legge della vittoria, e giunse ad essere la regina dell’universo. In quell’epoca l’italiano, appartenendo ad una gran societá, orgoglioso di star assiso su’ trofei ed i trionfi, di decidere della sorte de’ re, di vedere i fiumi delle ricchezze della terra venire a colare sul suolo ch’egli abitava, qual orgoglio nazionale doveva avere! quali sentimenti magnanimi di superioritá e di grandezza! come il suo cuore dovea dilatarsi innanzi all’attitudine imponente delle forze, di cui egli facea parte!

Un cittadino romano, sia che fosse nato in Roma, sia che vi avesse diritto alla cittadinanza, era un essere privilegiato, con cui un altro non potea entrare in parallelo. Ognuno, che non era italiano, era barbaro.