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nione tanto invecchiata e tanto debole, dovea temere la ragione ed anche un’opinione contraria, piú di un altro impero, il quale fosse stato giusto e fondato solo sull’amore de’ suoi.
p. 43, v. 10: La natura è pur giusta nelle sue leggi: i repubblicani debbono esser ormai avvezzi a non fidarsi delle parole de’ re, e sapranno meglio combattere per quella libertá che hanno saputo conoscere.
ivi, v. 14: Potesse almeno il loro interesse render i sovrani piú giusti; e, poiché non è da sperarsi che per ora sieno distrutti, potesse almeno il loro interesse renderli tollerabili! Essi dovrebbero esser ormai persuasi che non si può distruggere l’amore della libertá: non resta loro che ad imitar Nerva e Traiano, e ricongiugnere ciò che per lo piú sembra insociabile: la libertá e l’impero.
p. 63, v. 16: Le lettere però scritte da’ ministri napolitani in Vienna giunsero in tempo che il re era giá nel quartier generale di San Germano e che la guerra era stata giá risoluta. Vi è anche chi dice non senza fondamento che la regina, la quale si credeva disporre dell’animo del suo marito, le avesse cangiate prima di mostrarle, onde non distorlo dalla risoluzione giá presa.
p. 67, v. 6: Se Mack non è il piú vile de’ scellerati, il suo cuore deve essere crudelmente lacerato dal rimorso, ogni qualvolta che si ricorda che per sola cagione di orgoglio si rese vilissimo istrumento della perfidia di Acton per perdere un innocente.
p. 70, v. 30: In tali circostanze, sí può dire che i francesi vinsero piuttosto Mack che i napolitani. Se la rivoluzione avesse avuto l’esito che meritava la giustizia della nostra causa, noi avressimo dovuto incidere sul monumento della nostra liberazione: «Lodato sia il cielo che una regina straniera volle affidar la sua difesa a Mack! Ma impariamo da questo avvenimento a sviluppare i geni nazionali, anziché esser ingannati dai nomi de’ geni stranieri».
p. 76, v. 3: Ma che importa finalmente la fuga di un re, il quale abbandona un trono che non sa conservare? Noi non ci interessiamo del suo destino; ma serva la storia de’ suoi errori a giustificare i popoli, troppo spesso calunniati da coloro che sono venduti