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xlii - abolizione del testatico | 175 |
bastava dire che si pagassero solo due terzi delle antiche imposizioni. Questa diminuzione di un terzo di tutt’i tributi avrebbe attirato alla rivoluzione maggior numero di persone; mentre colla sola abolizione del testatico e della gabella della farina non si giovava che ai poveri. In séguito, quando il favore dei ricchi non era piú tanto necessario e l’odio loro tanto pericoloso, i poveri si sarebbero del tutto sgravati. Un governo stabilito deve esser giusto; un governo nuovo deve farsi amare: quello deve dare a ciascuno ciò che è suo; questo deve dare a tutti. Una commissione a quest’oggetto stabilita avrebbe fatto in séguito conoscere le antiche finanze, i nuovi bisogni dello Stato, e si sarebbe formato un sistema generale e durevole, su di cui si sarebbe potuta fondare la felicitá della nazione.
XLIII
RICHIAMO DE’ FRANCESI
Ma eccoci alfine ai giorni infelici della nostra repubblica: i mali da tanto tempo trascurati, ormai ingigantiti, ci soverchiano e minacciano di opprimerci. Le Calabrie si erano interamente perdute, e gl’insorgenti delle Calabrie comunicavano di giá cogl’insorgenti di Salerno e di Cetara e si stendevano fino a Castellamare. Questa stessa cittá fu occupata dagl’inglesi, e si vide la bandiera dei superbi britanni sventolar vincitrice in faccia della stessa capitale.
I francesi ripresero Castellamare e Salerno; Cetara fu distrutta. Ma, pochi giorni dopo, i francesi furon costretti ad abbandonare il territorio napolitano, richiamati nell’Italia superiore; e, sebbene tentassero colorire con pomposi proclami la loro ritirata, gl’insorgenti ben ne compresero il motivo e ne trassero audacia maggiore. Salerno fu di nuovo occupata: a Castellamare s’inviò da Napoli una forte guarnigione, la quale però fu ridotta a dover difendere la sola cittá, quasi assediata dalle insorgenze che la circondavano.