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168 saggio storico


XLI


COSTITUZIONE — ALTRE LEGGI


Tali erano le idee del popolo. Le cure della repubblica erano ormai divise da che si eran divisi i poteri; e la commissione legislativa, sgravata dalle cure del governo, si era tutta occupata della costituzione, il di cui progetto, formato dal nostro Pagano, era giá compito. Ma di questo si dará giudizio altrove, come di cosa che, non essendosi né pubblicata né eseguita, niuna parte occupa negli avvenimenti della nostra repubblica.

Altri bisogni piú urgenti richiamavano l’attenzione della commissione legislativa.

Volle occuparsi a riparare al disordine dei banchi. Fin dai primi giorni della rivoluzione, la prima cura del governo fu di rassicurare la nazione, incerta ed agitata per la sorte del debito dei banchi, da cui pendeva la sorte di un terzo della nazione. Un tal debito fu dichiarato debito nazionale. Tale operazione fu da taluni lodata, da altri biasimata, secondo che si riguardava piú il vantaggio o la difficoltá dell’impresa: tutti però convenivano che una semplice promessa potea tutt’al piú calmare per un momento la nazione, ma che essa sarebbe poi divenuta doppiamente pericolosa, quando non si fossero ritrovati i mezzi di adempirla. Allora tutta la vergogna e l’odiositá di un fallimento sarebbe ricaduta sul nuovo governo, e si sarebbe intanto perduto il solo momento favorevole, quale era quello di una rivoluzione, in cui la colpa e l’odio del male si avrebbe potuto rivolgere contro il re fuggito, e gli uomini l’avrebbero piú pazientemente tollerato, come uno di quegli avvenimenti inseparabili dal rovescio di un impero, effetto piú del corso irresistibile delle cose che della scelleraggine de’ governanti. Cosí il governo non fece allora che una promessa, e rimaneva ancora a far la legge.