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xvii - idee de’ patrioti 95

che tutti abbiano un interesse in comune, allora seguirá la rivoluzione ed andrá avanti solo per quell’oggetto che è comune a tutti. Gli altri oggetti rimarranno trascurati? No; ma ciascuno adotterá il suo interesse privato al pubblico, la volontá particolare seguirá la generale, le riforme degli accessorii si faranno insensibilmente da tempo, e tutto camminerò in ordine.

Non vi è governo il quale non abbia un disordine che produce moltissimi malcontenti; ma non vi è governo il quale non offra a molti molti beni e non abbia molti partigiani. Quando colui che dirige una rivoluzione vuol tutto riformare, cioè vuol tutto distruggere, allora ne avviene che quelli istessi, i quali braman la rivoluzione per una ragione, l’aborrono per un’altra: passato il primo momento dell’entusiasmo ed ottenuto l’oggetto principale, il quale, perchè comune a tutti, è sempre per necessitá con piú veemenza desiderato e prima degli altri conseguito, incomincia a sentirsi il dolore di tutti gli altri sacrifici che la rivoluzione esige. Ciascuno dice prima a se stesso e poi agli altri: — Ma per ora potrebbe bastare... Il di piú, che si vuol fare, è inutile..., è dannoso. — Comincia ad ascoltarsi l’interesse privato; ciascuno vorrebbe ottener ciò che desidera al minor prezzo che sia possibile; e siccome le sensazioni del dolore sono in noi piú forti di quelle del piacere, ciascuno valuta piú quello che ha perduto che quello che ha guadagnato. Le volontá individuali si cangiano, incominciano a discordar tra loro; in un governo, in cui la volontá generale non deve o non può avere altro garante ed altro esecutore che la volontá individuale, le leggi rimangono senza forza, in contraddizione coi pubblici costumi, i poteri caderanno nel languore; i languore o menerá nell’anarchia o, per evitar l’anarchia, sará necessitá affidare l’esecuzione delle leggi ad una forza estranea, che non è piú quella del popolo libero; e voi non avrete piú repubblica.

Ecco tutto il segreto delle rivoluzioni: conoscere tutto ciò che il popolo vuole, e farlo; egli allora vi seguirá: distinguere ciò che vuole il popolo da ciò che vorreste voi, ed arrestarvi tosto che il popolo piú non vuole; egli allora vi abbandonerebbe. Bruto, allorché discacciò i Tarquini da Roma, pensò a