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queste cognizioni saranno raccolte da un uomo di genio e potranno formare un insieme, chi può predire qual cangiamento avverrá in tutto il nostro scibile?

A chi si deve il primo moto che ha prodotto tutto questo cangiamento? Ad un italiano. Nell’epoca in cui Locke scopriva per le vie della ragione rapporti tra le idee e le parole, quei rapporti che, sviluppati e promossi da Condillac, Du Marsais e da Beccaria, ci avrebbero dovuto dare una grammatica ed una rettorica nuova e degna di Aristotele e di Platone; nella stessa epoca Vico, per la via de’ fatti, applicava lo studio delle lingue alla storia delle nazioni ed all’analisi della mente del gqnere umano. Vico è il primo in Europa il quale dalle parole di un popolo abbia saputo scoprire le sue idee e dalla sua lingua abbia scoperta la sua filosofia; Vico dalle parole ha conosciuto i costumi, i governi, le vicende, la cronologia; Vico è il primo autore di questa «scienza nuova». Questa scienza ha prosperato piú in Germania che in Italia, perché ivi è stata piú discussa e perché era piú conforme alla filosofia di Leibnizio, che ha dominato tra i germani per quasi due secoli, perché...

Si potrebbe fare un elenco curioso di tutto ciò che Vico ha innovato nelle scienze dell’uomo. A Vico si deve la teoria dell’eloquenza poetica de’ primi popoli, che forma la base del nuovo sistema di eloquenza di Blair; a Vico debbonsi le prime idee sull’etá delle nazioni e sui loro caratteri eterni inalterabili; i primi dubbi, e ben fondati, sulla storia e sulla cronologia degli antichi. Vico ha il primo dubitato dell’esistenza di Omero, ed oggi ne dubitano moltissimi. Vico ha dubitato della storia di Ippocrate, ed oggi i suoi dubbi diventano soggetti di tesi accademiche. Il maggior numero intanto per un secolo ha detto che le opinioni di Vico erano stranezze. Tutte le grandi veritá hanno avuta la stessa sorte: è questa una persecuzione che non si concede mai ai geni di second’ordine. Ma che cosa è una stranezza? Il piú delle volte è una veritá la quale deve esser riconosciuta tale un secolo dopo: è l’idea di un uomo che precede di un secolo i suoi contemporanei. 25 febbraio 1804.