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quella nuova specie di monarchia che abbiam veduta fino ai nostri giorni; l’Inghilterra surse la prima volta come potenza tra le altre nazioni di Europa; il Nord preparossi a quella preponderanza che poi ha acquistata; e tutti questi avvenimenti o nacquero o agitaronsi o compironsi in Italia o per l’Italia o per l’opera degli italiani. Qual secolo si potrá mai paragonare a questo? Esso è l’anello che nella catena de’ tempi riunisce il mondo nuovo e l’antico: tutto ciò che era. fu cangiato nel secolo di Leone; tutto ciò che oggi è, ci vien da quel secolo.

Ma io ritorno al manoscritto. Il mio amico, il quale non vuol pubblicarlo, mi ha permesso però di estrarne qualche tratto, che io ho poi tradotto dal latino in italiano. Uno tra gli altri mi è parso interessante, ed è un ragionamento che l’autore tenne a Firenze col gran Macchiavelli. Io lo darò intero: esso mi par che sia il miglior commentario che si possa desiderare sulle opere di questo gran pensatore.] La politica di Niccolò Machiavelli i Io parlava a Macchiavelli de’ giudizi ingiusti che il maggior numero degli uomini dava sugli scritti suoi. — Che vuoi fare? — egli mi rispose. — Il maggior numero è ingiusto, perché pieno di passioni e servo de’ partiti. Io ho voluto scrivere senza passione veruna; non ho seguito nessun partito, e li ho offesi tutti. Ho scritto per gli uomini ragionevoli, e questo è stato il mio torto: gli uomini ragionevoli son pochi.

— Ti accusano — ripresi io — di aver insegnate massime di tirannia ai Medici e di aver presi per tuoi modelli uomini scelleratissimi quali erano -Castruccio ed il duca Valentino. — Ed egli: — Tu dici che io abbia insegnati precetti di tirannia ai Medici, ed essi al contrario mi han perseguitato come troppo caldo parteggiano della libertá della mia patria. Non basta questo per mostrare che io non ho né Luna né l’altra colpa? Ho pensato di far ridere un poco il popolo a spese de’ miei