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degli avvenimenti fisici, ve ne son de’ politici, ve ne son de’ tristi, ve ne son de’ lieti: il genere umano avrá conservata solo la memoria de’ tristi e, tra questi, si sará ricordato solo del piú antico?

Il voler interpretare a questo modo la storia è lo stesso che voler sostituire ai fatti le proprie imaginazioni. Tutto allora si appiana all’occhio di uno scrittore che abbia fantasia ed erudizione. Quando mancano i fatti, si invoca il soccorso delle voci; si ricorre al vasto campo dell’etimologia, ed allora non vi è assurdo che non si possa sostenere. Chi potrá negare che Boulanger non faccia spesso abuso di questa risorsa? L’etimologia, quando non è che una somiglianza di suono, non prova nulla: essa non ci deve condurre alle cose se non per mezzo della somiglianza delle idee. Ora questa somiglianza d’idee si trova sempre allorché si paragonano parole della stessa lingua, parlata dalla stessa nazione. Allora lo studio diligente della sua lingua sará la piú esatta storia delle sue idee e de’ suoi costumi. In queste ricerche Vico è molto ingegnoso e molto esatto. Ma, quando si paragonano due parole di due lingue diverse, ancorché abbiano lo stesso suono e la stessa idea, questa rassomiglianza non proverá nulla, quando dalla storia non apparisca che le due nazioni hanno avuto tra loro un vicendevole commercio d’idee, e che quella che viene espressa colla parola, è stata comunicata dall’una all’altra nazione. Allora l’etimologia non è che la conseguenza della storia. Io insisto molto su questo articolo, perché è uno di quelli in cui piú frequentemente l’erudizione travia il buon senso: il lettore resta abbagliato, e, sotto specie di dottrina, non si fa che perpetuare l’errore. Boulanger, traviato per questa mania, ha ristrette le sue idee, ed è stato, in conseguenza, meno utile di quello che potea esserlo per il suo talento e per la sua erudizione.

Io non crederei poter finire questo discorso senza parlare di Bailly, il quale, dandoci la storia dell’astronomia, ci ha data in realtá la storia della coltura delle nazioni. Come Vico ha descritta la storia eterna di una nazione, cosí Bailly ha descritta la storia eterna del genere umano. Egli ha aperta al genio