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DALLA «STATISTICA DELLA REPUBBLICA ITALIANA» 279 Essa, giunta fino a questo punto, è giá formata, ma non si può dire ancora perfetta. La sua vita è uno sviluppo sempre crescente di nuovi bisogni e di forze nuove. Ma la cagione dello sviluppo de’ primi è nello stesso individuo, il quale, spinto una volta nella carriera della civiltá, non si arresta mai; e non è sempre in poter nostro lo sviluppo delle seconde. A produrre una forza è necessitá averne un’altra, e spesso quella che abbiamo non è atta a produrre quella che ci bisogna. Si moltiplica l’effetto delle forze riunendole, e ciò che far non potrebbero i privati, fa il governo, il quale, col carattere di protettore, diventa realmente produttore d’industrie nuove.

A questa terza epoca non giunsero mai i governi piú illustri dell’antichitá, se vogliasene eccettuar quello di Egitto o tal altro di cui poche ed incerte memorie sono giunte fino a noi. A questa medesima epoca si sono arrestate molte nazioni moderne, e forsi la sorte di tante altre da tale epoca appunto dipende. L’uomo tende naturalmente a consumare, e quindi è necessitá riprodurre; la specie umana tende naturalmente a crescere, e quindi non basta riprodurre, ma è necessitá accrescere e perfezionare le riproduzioni.

La natura ha segnato un periodo alla vita di ogni societá: oltre i fimiti da lei segnati vi è il languore e la morte. L’accrescimento de’ vicendevoli bisogni degli uomini e delle loro forze ha formata la societá; e, sempre che quelli crescono a misura di queste, la societá sempre piú si perfeziona. Dall’equilibrio delle forze e de’ bisogni nasce lo stato di sanitá politica. Non è possibile che i bisogni retrocedano o si moderino, ma è ben possibile che manchino le forze; ed allora che ne avverrá? La societá diventerá simile ad una di quelle unioni alle quali mal si può dare il nome di «cittá»: vi sará una parte de’ suoi cittadini la quale non avrá mai nulla; un’altra la quale vorrá vivere a spese della cittá medesima; i bisogni, mancando i mezzi di soddisfarli, diventano vizi, ed i vizi, uniti alla miseria, prima corrompono e poscia distruggono lo Stato.

L’accrescimento della forza suppone un accrescimento di capitale e d’industria. Queste due parole forsi saranno in appresso