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ricchezza ! — Chi guarda addentro nella cosa dice: — Quanta miseria! — Nella repubblica letteraria mi piace piú di esser osservatore che attore. Ed una delle osservazioni che piú mi dilettano è quella di paragonare i diversi giudizi che dello stesso uomo e dello stesso libro si sono pronunziati in tempi diversi. Non ho trovato nessuno scrittore, il quale, poco piú poco meno, non sia stato onorato dai suoi contemporanei del titolo di «illustre», di «chiarissimo», di «divino»: dopo cinquant’anni, tutti questi illustri, chiarissimi, divini «longa urgentur nocte».

Prima conseguenza che io ne traggo: l’approvazione de’ suoi amici non è quella del maggior numero; non lo è l’approvazione di tutt’i suoi contemporanei. Non è applaudito dal maggior numero l’uomo il quale è lodato per un secolo ed obliato per venti.

Ho osservato ancora che quelli sono stati piú applauditi dalla posteritá, che piú sono stati censurati dai contemporanei. Di questo ciascuno se ne può convincere facilmente leggendo la storia letteraria moderna. Quando trattasi de’ grandi uomini dell’antichitá, l’immensa distanza, in che sono da noi, fa obliare tutte le censure che han sofferto, e noi facilmente ci persuadiamo che la loro fama sia stata sempre incontaminata quale la vediamo giugnere a noi. Cosí la nostra imaginazione crede la massa intera del sole limpida, pura, qual è la luce che ne riceviamo; ma, quando si guarda un po’ piú attentamente, si trova anch’essa coperta di qualche macchia.

Parlerò de’ romani. Cicerone fu accusato diecimila volte di «allobrogismo» (ora diremmo «francesismo») dal grammatico Rufo; qualche altro Rufo tacciò Virgilio poco meno che di pecoraggine; il senatore Asinio Pollione trovava Livio «patavino», Cicerone intollerabile; non sappiamo quanto gli fosse in grazia Orazio, ma, se è vero che Asinio fosse e raccoglitore e protettore di tutti i pedanti di Roma, è probabile che, ad onta della bell’ode che gli scrisse, Orazio abbia avuta anch’egli la sua parte di censure. È certo che Orazio era censurato e molto; ed il maggior numero trattavamo da licenzioso in fatto di lingua, da poco armonioso, da...