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Distinguiamo le epoche, c forsi troveremo che non ha mentito nessuno. Un popolo che oggi è barbaro è stato un tempo colto; è colto oggi un popolo che sará barbaro da qui a dieci secoli. L’errore è nostro, è tutto nostro, perché vogliamo mettere gli avvenimenti in quell’epoche nelle quali non li avean messi gli scrittori antichi.

Questo equivoco avvien spessissimo nella storia antica, perché gli antichi scrittori poco curavan la cronologia. Ne seguivano spesso una la quale poteasi dir ristretta tra le mura della propria cittá; e quest’istessa non è pervenuta fino a noi, perché il maggior numero degli avvenimenti ci sono stati trasmessi senza data.

Io ne addurrò un esempio. Tu sei stato amico, finché visse, di Grimaldi, il compagno di Pagano e di Filangieri. Questo eruditissimo ed ingegnoso scrittore, nell’introduzione ai suoi Annali del Regno dí Napoli , ha impreso a dimostrare che sanniti, etrusci, campani, tutti insomma gli antichissimi popoli d’Italia eran barbari, quali si trovaron dagli europei gli abitatori dell’America settentrionale; che ogni coltura venne dall’Asia e dalla Grecia, e molto tardi: talché ci fa barbari fino all’epoca di Dionisio. I suoi principali argomenti son tratti dai costumi e dalle leggi, e pare che un genio maligno lo ispiri a prender tutto in male quanto trova scritto di que’ popoli. I lucani, per esempio, aveano una legge, per la quale si condannava come reo di alto delitto chi avesse ricusata l’ospitalitá, e permetteva a chiunque il rubare onde poter trattar bene i suoi ospiti. Ecco, dice Grimaldi, una legge di popolo barbaro! Ed è vero. Tutti i barbari l’hanno: l’hanno avuta anche gli europei ne’ secoli di mezzo, quand’erano barbari. Dunque i lucani eran barbari. Ecco l’equivoco. Se si dice che i lucani sono stati una volta barbari, la proposizione è vera. E come no, se tutti i popoli lo sono stati? Se poi si vuol dire che i lucani eran barbari anche nel quarto secolo di Roma, si dice un errore, perché non è dimostrato né si può dimostrare che quella legge appartenga a quell’epoca. Qual è dunque l’errore di Grimaldi?

Quello di aver voluto dare ad una legge un’epoca che gli