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mearum centimanus Gyas scntcntiarum». «Antica — dice questo sommo uomo — è l’istituzione de’ pubblici conviti [primo passo di tutte le nazioni verso la civiltá]. In Creta l’introdusse Minosse [primo autore di ogni civiltá grecai»]; ma uomini dotti nelle cose straniere dicono prima di Minosse esser vissuto un tale Italo, re dell’Enotria e che diede poscia il suo nome alla regione che sta tra i seni Scilletico e Lametico... Questo Italo insegnò l’agricoltura agli enotri, i quali prima menavan vita pastorale ed errante, e diede loro le leggi ed istitui i conviti...» te). Io non so per qual fatalitá questo passo di Aristotile sia stato tanto poco osservato da tutti coloro i quali si sono occupati delle antichitá italiane. Molti commentari vi sono sul medesimo, molte dispute grammaticali, geografiche, ecc. ecc.

Pochi o nessuno lo han considerato come uno de’ piú grandi monumenti storici dell’antichissima coltura degli italiani. Tutto diventa mistero inesplicabile, quando si vuol seguire la cronologia comunemente ricevuta. Numa, ci dice Plinio, insegnò ai latini l’arte di coltivar le viti; ne formò un precetto di religione, dichiarando che gli iddii non gradivano le libazioni fatte con vino raccolto da una vite non potata te). Numa insegnò loro l’arte di cuocere il grano, ed avverti bene che trattasi di abbrustolire il grano e non giá di farne pane te). Tanto allora erano selvaggi gli abitanti di Roma! tanto ignoravano le arti della vita! E lo stesso Plinio intanto ci dice che, fin da quattro secoli innanzi Numa, gli abitatori delle cittá vicinissime a Roma avevano e statue e pitture, ammirabili, anche dopo l’etá di Augusto, ai colti e difficili romani.

Dimando a Plinio: è possibile che questi popoli vicinissimi di Cere e di Ardea avessero scoltura e pittura, non dirò perfette, ma mediocri, senza aver agricoltura? Si potrebbe dire che quelle (i) Platonk, in Minosse.

(a) Aristotklk, Politica , VII, 6.

(3) Plinio, XIV, 12. (4) Plinio, XVIII, a. Si crede da molti che Plinio sia in errore c che ciò si conoscesse molto tempo prima. Vedi Hkinnbccius, Antiquitates Romanae, titolo De nuptiis.