Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari – Periodo milanese, 1924 – BEIC 1795489.djvu/123

I. Grande orgoglio nazionale, nascente dall’alta idea che avea della sua patria; ma questa idea non era scompagnata dall’amore della patria né dal desiderio costante di renderla migliore. Un romano nella decadenza dell’impero era forse piú orgoglioso di un coetaneo di Scipione c di Camillo, perché Roma era allora piú grande. Egli disprezzava un goto qual barbaro, ed intanto le orde gote battevano gli eserciti romani; disprezzava, opprimeva l’agricoltore, e l’Italia deserta non poteva piú sussistere senza il frumento deirAffrica e dell’Egitto; accorreva ai «congiari» con audacia, e perdeva intanto per indisciplinatezza e viltá quelle provincie dai tributi delle quali le largizioni de’ <* congiari» si formavano; si gloriava della grandezza di Roma, ma questa grandezza né era opera di lui né per di lui opera si conservava. Di che dunque si gloriava quest’uomo insensato? Del diritto di poter esser ignorante, vile, ozioso impunemente.

Io distinguo tre specie di orgoglio nazionale, relativo alle tre epoche della societá. 1. L’orgoglio del barbaro, il quale, mentre manca di tutto ciò che può render migliore un uomo o una cittá, si crede, ciò non ostante, di esser il primo della terra. Tali sono, per esempio, in Europa i turchi. Tali sono tutt’i selvaggi, e non ne troverai uno errante sul lago Ontario. il quale non disprezzi con superba pietá la vita misera di un europeo, ridotto, al dir di lui, a grattare a guisa di topi la terra per vivere. — 2. L’orgoglio del popolo corrotto che è stato giá grande. L’uomo che fa parte di un tal popolo si mette col suo pensiero invece del popolo istesso, e dice: — Io son grande perché appartengo ad un popolo grande, ed il mio popolo è grande perché è il piú numeroso. — Quest’uomo è difficile a definirsi, facile a riconoscersi ad alcuni segni. Fuori di casa parla sempre della sua casa: se è in casa, di tutto si occupa fuorché della casa sua. Non mai, o ben tardi, si piega ad imitar ciò che gli altri popoli fanno di bene; ma, invece di trasportar in sua casa ciò che presso gli altri popoli è degno di lode, non pensa che a diffonder presso gli altri ciò che in lui è ancora degno di biasimo. I romani, ne’ loro bei tempi, pensavano ed operavano