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pochi, non applicabili a tutti i casi e a tutti i bisogni, e spesso o trascurati o conculcati o modificati da’ patti. Questi patti sono figli della necessitá ed hanno per iscopo l’utilitá. Vi sono poche scienze piú necessarie all’amministratore. Né il giureconsulto può dispensarsi dallo studio di esse, perché anche quella giurisprudenza, che si occupa degli affari de’ privati, ci è comune a molti altri popoli, sia per la guerra, sia pel commercio. Nel Regno nostro specialmente, questa parte è stata del tutto trascurata; ond’è che noi non abbiamo mai avuto né un codice marittimo né un codice di prede, ed il nostro commercio è stato vittima del commercio straniero piú per ignoranza de’ nostri giureconsulti che per debolezza del governo nostro.

Quando il giovine avrá conosciuti i principi universali, è necessario che conosca le modificazioni che ai medesimi è stata necessitá di dare per le circostanze del nostro Regno. Quindi la necessitá della parte storica della giurisprudenza. Essa ha due suddivisioni : la storia de’ giureconsulti e quella delle leggi. Fortunatamente per noi, queste due storie non ne formano che una sola.

Questa storia non si può apprender prima, perché non potrá mai sapere la storia delle leggi colui il quale non abbia ancora saputo che cosa sia legge. Fra tutti i popoli colti dell’Europa, noi abbiamo il miglior modello di questo ramo di storia civile, ed è quello di Giannone. Alla parte storica ci sará permesso di aggiugnerne un’altra? Essa è la statistica; scienza che può dirsi nuova, ma che forma oggi una delle principali occupazioni de’ popoli colti di Europa. Differisce dalla storia, perché si occupa piú de’ fatti presenti che de’ passati. La storia si occupa piú della origine delle leggi, la statistica piú dell’effetto che esse han prodotto e producono sulla pubblica felicitá. Tale scienza è indispensabile all’aniministratore. Potrá il giureconsulto trascurarla? potrá ignorare i bisogni della propria patria, e dimorarvi non giá come cittadino, come magistrato, ma come un ospite? Chi vuol vedere quanto l’ignoranza dell’economia pubblica noccia