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chiamata «paleografia», si unisce alla cattedra di arte critica diplomatica; e cosí queste tre cattedre possono dare il complesso intero della massima parte delle cognizioni positive che noi abbiamo in filologia. Ma anche la filologia ha le sue idee astratte, ha la sua parte filosofica, perché ha le sue regole universali applicabili ai fatti di tutte le nazioni. Dalla filologia appunto dei particolari popoli il nostro Vico trasse i principi che poscia espose nella sua Scienza nuova , una delle opere le piú ardite che lo spirito umano abbia tentate; e se quell’opera non ha prodotto ancora tutto quell’eflTetto che dovea produrre, ciò è solo perché era superiore di mezzo secolo all’etá in cui fu scritta. Ma è degno di osservazione che le idee di Vico vanno sbucciando nelle menti altrui a misura che la filosofia dell’erudizione progredisce, e si spacciano da per tutto molte teorie come novitá, mentre non sono altro che semplicissimi corollari della dottrina di Vico. Noi non ne facciamo l’enumerazione, perché forse potrebbe dispiacere a molti, i quali saranno inventori di quelle cose, delle quali potrebbero esser creduti plagiari, se mai le opere di Vico fossero tanto note quanto meriterebbero di esserlo. Quello però che possiam dire con sicurezza si è che la dottrina di Vico è nota ed adottata quasi tutta intera nelle sue applicazioni; ma n’è rimasta oscura la teoria generale, da cui tali applicazioni dipendono e da cui si possono rendere piú ampie e piú certe.

Noi abbiam creduto e glorioso ed utile per la nostra nazione stabilire una cattedra nella quale tal filologia universale s’insegnasse. In tal modo la scienza dell’erudizione diventa veramente filosofica; e ciò, che sappiamo de’ greci e de’ romani, diventa utile ad intendere ciò che della filologia delle altre nazioni o ignoriamo o conosciamo imperfettissimamente. In tal modo, nella stessa filologia romana e greca, noi possiam vedere molto piú in dentro di quello che per l’ordinario si vede. Prove ne sieno le due opere dello stesso Vico, De antiqua Ita lo rum sapienlia e De uno principio et fine uno iuris-