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basterebbe. Quando anche tutte le osservazioni finora fatte fossero false, non ne verrebbe perciò che non se ne dovessero fare delle altre vere, perché non ne verrebbe mai che i precetti potessero rimaner senza ragioni. E se queste ragioni si debbono ricercare, poiché esse non altronde si possono trarre che dalla natura dell’uomo, ne verrá sempre che, abbandonate le officine de’ retori, siccome diceva Cicerone, si debba ritornare alle accademie de’ filosofi. È vero, i pedanti perderanno il diritto di censurare il Tasso perché avea messo il «Canto * al principio del verso, mentre Virgilio l’avea messo nel mezzo; i sonettisti imitatori del gran Petrarca non spingeranno la servile imitazione fino al punto di comporre lo stesso numero di sonetti, di canzoni, di sestine, di ballate, o d’innamorarsi anche essi di venerdí santo; i precetti cesseranno di esser esempi, il che è sempre o servile, se non vi discostate dall’originale, o pericoloso, se volete al tempo istesso e discostarvene ed imitarlo; il genio avrá un campo piú libero a correre ed avrá sempre la ragione per guida. Ecco la differenza tra la rettorica ordinaria e quella che da noi si propone.

Coi secondi conveniamo: questa rettorica non formerá mai l’uomo eloquente. E quale altra mai lo potrebbe? Non vi è eloquenza ove non vi è ricca vena di pensieri e di affetti. Le prime lezioni di eloquenza consisteranno sempre nell’avvezzare i giovanetti a sentire ed a pensare; prima sentire e poscia pensare, e disporre la sensazione e la riflessione in modo che questa nasca sempre dopo di quella. Imperciocché, da una parte, a suscitar grandi affetti è necessario che le nostre idee sieno accompagnate da piacere; ed è dimostrato, dall’altra, che la sensazione, diciam cosí, fisica del piacere si minora e svanisce a misura che la riflessione rende piú chiare e distinte le nostre idee. Quindi, nel metodo che noi proponiamo, la gioventú ne’ suoi primi anni non si esercita che a sentire le bellezze de’ grandi modelli e ad imitarle: quando avrá molto sentito, incomincerá a riflettere sulle proprie sensazioni; e questa riflessione, lungi dall’infievolire o distruggere le prime sensazioni, le conserva e le rinvigorisce. I giovani si arresteranno