Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/49

noscere anche quando non sono in azione; passare dall’individuo alle nazioni, e calcolare l’effetto che producono sui sentimenti di ciascuno le opinioni, i pregiudizi, le abitudini di tutti ; scorrere le varie etá di tali nazioni, le quali par che invecchino e rimbambiscano al pari degli uomini; e, seguendo Torme di Vico, descrivere la storia eterna della loro mente e dare i veri fondamenti della legislazione.

Questa parte della morale è quella che propriamente chiamar si dovrebbe «etica» b>. Essa non si occupa tanto dei doveri quanto della virtú; quelli consistono nelle azioni, questa sta nella volontá. I doveri possono molto ben dedursi dall’ordine generale delle cose e dai rapporti che esistono tra noi e gli esseri che ne circondano; possono esser figli della necessitá: ma la virtú, quella cioè che sola può render volontá ciò che è necessitá e meritorio ciò che è forzoso, non si può ispirare se non quando si conosca profondamente la natura del cuore umano. Diremo anche di piú: i precetti di morale, che si voglion dedurre dalle sole idee dell’ordine, soglion facilmente degenerare in superstizione o in sistematica scelleraggine; c di ciò si può convincere chiunque abbia letto alcuni libri, che in questi ultimi tempi si sono scritti per vergogna dello spirito umano, e ne’ quali si sono messi in dubbio i doveri piú sacri delTumanitá. Si è dimandato: ov’è la ragione di questi doveri? La risposta era facile: la troverete nel proprio cuore, se vorrete ascoltarlo. Ma un abuso smodato di falsa metafisica indebolisce ed estingue i naturali affetti del cuore umano; e noi crediamo che questa specie di studi morali che proponiamo, ridestandone l’osservazione, tenda non solo alla perfezione della morale teoretica ma anche della pratica, ridonando il naturai predominio ai nostri sentimenti, spesso o storti o acciecati dalle nostre idee.

Senza l’etica tutt’ i precetti rimangono senza ragione, perché la vera ragione del nostro agire è nel modo nostro di sentire. Quest’etica (sulle varie parti della quale abbiamo delle opere («) «Elica» vuol dire «scienza de’ costumi», e non giá «de’ doveri».