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quattro articoli del Giornale italiano (0 (di cui tre precedentemente ripubblicati dal Romano) e il frammento superstite d’uno scritto sul \’Educazione degli agricoltori, preparato bensí dal Nostro pel Giornale , ma restato poi incompiuto e inedito tra le sue carte (*>. E finalmente altri quattro articoli e parte di un quinto ripubblicava poco di poi il Cogo( 3 ). Se non compiuta (cosa impossibile e inutile), questa nostra nuova raccolta è congegnata in guisa da dare un’idea meno imperfetta che sia possibile di quest’altra «opera» del Cuoco. Nel testo, infatti, oltre il «piano» o programma, si son ristampati integralmente ventisei articoli o gruppi di articoli( 4 ), dividendo questi ultimi in tanti paragrafi quanti sono i numeri del Giornale in cui vennero ripartiti; congiungendo, in due casi( 5 ), sotto un medesimo titolo due gruppi di articoli, che, pur avendo nel Giornale Traversar»; bensí al Prato fiorito del padre Kossignoli: un libercolo di edificazione, di cui a Napoli non ho rinvenuto alcun esemplare, ma che, da quanto il medesimo C. dice in un frammento delle Osservazioni sulla storia d’Italia anteriore al quinto secolo di Poma, par che fosse stampato a decine di edizioni popolari nel corso del Settecento, e ancor diffuso nel Milanese, specialmente nelle campagne, al principio dell’Ottocento. Cfr. Platone in Italia, ediz. Nicolini, II, 293. (1) Cfr. il nostro Catalogo, numeri XXXVI, XI.II, LI, CLVI. f 2) Eccone il brano piú notevole: <r Rousseau diceva che l’educazione delle classi inferiori della societá non aveva bisogno di precetti: la necessitá teneva per essi le veci dell’educatore. Seguendo Rousseau il principio di Aristotile che la virtú dell’uomo consiste in saper comandare e quella del cittadino in saper comandare ed ubidire, non doveva trovar altro maestro che la necessitá per imparare a comandare ed ubidire coloro i quali, corrotti dalla fortuna, mentre servono alle loro passioni, si credon superiori a tutti gli altri uomini. — Ma questa sola necessitá non basta a destar in noi i germi di tutte le virtú. Le classi inferiori del popolo la provano sempre questa necessitá, e li rende robusti, temperanti, sofferenti i mali ed i disagi. Talora però questa necessitá è troppo dura, e o li immerge nelPavvitimento o li spinge alla disperazione. Da per tutto incontrate miseri o facinorosi o infelici; da per tutto di quelli, ai quali la miseria ha tolta la metá dell’anima e che vivono in una estrema indolenza per tutto ciò che li circonda. La patria istessa non è per essi che un nome vuoto di senso». (3) Castano Coco, V, C., Note e documenti (Napoli, 1909), pp. 134-41, 143-6. Cfr. il nostro Catalogo, numeri XCIV. XCV, CXVil, XCII, CXXL Brani di parecchi altri articoli il Cogo trascrive, passim, nelle note al suo lavoro, e particolarmente alle pp. 79-90. (4) Catalogo, numeri VI, VII, XIII, XIX, XX, XXII, XXIV, XXIX, XXXVI, XLI 1 , XLIll, LI, LUI, L 1 X, LXIX, LXXXII, LXXXIII, LXXXIV, XCII, XCIV,

CXI, CXVIII, CXXI, CLIV, CLVI, CLVII. CLXVI. CLXIX.

(5) Articoli II e III della nostra raccolta, nel primo dei quali sono stati riuniti gli articoli VI e LIII, nel secondo gli articoli VII e XXIX del nostro Catalogo.