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Né tanta attivitá si fece meno intensa, da che, tornato in patria (agosto 1806), il modesto giornalista, che aveva vissuto fino allora a frusto a frusto, divenne di mano in mano consigliere del Sacro Reai Consiglio (poi Corte di Cassazione), consigliere di Stato e, insieme, direttore del Tesoro, e, eh’è piu, componente quasi stabile delle piú importanti commissioni in cui si prepararono le grandi riforme legislative e amministrative di Giuseppe Napoleone e di Gioacchino Murat. Ma appunto per ciò quell’attivitá doveva cangiar di natura. Onde, pur non tralasciando gli studi e il giornalismo, il Cuoco fu condotto dalla forza stessa delle cose a consacrare la maggior parte del suo tempo a una lunga serie di rapporti intorno alla riforma della pubblica istruzione, alla ripartizione dei demani comunali, ai rimboschimenti e bonifiche delle parti malariche del Regno, all’adattamento al Regno di Napoli dei codici francesi, alla nuova organizzazione giudiziaria, all’amministrazione del Tesoro (’) e ai tanti altri argomenti, che rivelerebbe una ricerca, non circoscritta, come la nostra, ai soli manoscritti di lui, ma estesa agl’infiniti atti del Ministero dell’Interno, di quello delle Finanze e del Consiglio di Stato serbati nell’Archivio di Stato di Napoli. Ripubblicati pertanto in volumi separati il Saggio storico e il Platone in Italia ( J ), era ovvio che la presente antologia di tutti gli altri scritti editi e inediti del Nostro venisse divisa in due parti, consacrate, la prima al periodo dell’esilio, l’altra al meglio della produzione «napoletana». Alla fine della quale, quasi appendice a tutta la serie delle Opere , si sono anche raccolti piú d’un centinaio di frammenti d’interesse letterario, storico, filosofico e sopra tutto biografico, tratti da quanto resta ancora del carteggio del Cuoco, e che, congiunti e illustrati da annotazioni, esibiscon, nell’insieme, come una nuova biografia di lui, scritta dall’autore medesimo in collaborazione coi suoi immediati contemporanei ( 3 ). (1) Mss. citati, passim. (j) Volumi 43, 74-9J degli Scrittori d’Italia. (3) Naturalmente, s’è ammodernata la grafia e la punteggiatura secondo le norme degli Srittori d’Italia , e si son corretti i parecchi errori di stampa che ricorrono sopra tutto negli articoli giornalistici. Inoltre s’è dato un titolo agli scritti che ne cran privi, e negli altri si son sostituiti titoli piú propri a quelli quasi sempre troppo generici del C.