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o tre altre copie, le uniche ch’io m’abbia, e tu danne a quel tuo B. B., onde ne dica quel che vuole. Ma rivedi l’articolo prima che si stampi. Se non vuoi che sia nel tuo foglio, ove, non per colpa tua, vi son tante fanciullaggini spesso, che lo deturpano e oscurano il buono, il sano, il profondo che tu v’inserisci talvolta, fallo mettere in qualche altro. A me basta che sia veduto e letto da molti. A Monti non mi degno mandarlo, perché Monti non istima che sé o quelli che aprono tanto di bocca e vanno in estasi cosí alle sue bestemmie, come ai fiori poetici che manda fuori. — Daltri è un uomo d’oro, è studioso, è bravo, è onesto, è cristiano, è tollerante, e ama sinceramente le dotte persone. Non puoi credere quanto ha gradito i tuoi elogi. Ti saluta e ti manderá presto qualche cosa del suo. — Costa, onestissimo giovine e molto profondo in ogni ramo di metafisiche cose, ti saluta puranco. — E Montrone? Montrone, per Dio, si è finalmente scosso ed ha giá fatto un canto e ne fará due sul soggetto di Savioli. Fa ricamare da Ergarlina (che è la sua bella e che egli caccia per tutto) un «peplo» che deve ornar la mia tomba. Nel fregio le 24 cannonette di Savioli personificate; nel mezzo le odi, gli Annali di Tacito. Me ne ha letto un gran pezzo, e mi par molto bello. Bisogna incitarlo, quando avrá finito, a pubblicarlo. Quanto a Costa e a Daltri, non voglion piú scrivere, disanimati, dicon essi da’ miei versi. Vedi che effetti diversi ! Montrone si è scosso: essi son ricaduti sul guanciale del silenzio. — Ho avuto il Platone. Aspetto di riavere il primo tomo per rilegger tutto di séguito. Poi avrai il mio qualunque giudicio. Mandameli intanto, ed io cercherò di esitarli... E della tua Statistica che ne avvenne? — Quanto al tuo articolo su’ miei versi, ho rabbia che tu non l’abbi publicato. Vi sono pensieri bellissimi e nuovi. Ora sarebbe serotina la publicazione... LI. — Del medesimo. — Bologna, 2 gennaio 1805. — ... Ho divorato il secondo tomo di Platone. Quando avrò riavuto il primo, stenderò in un foglio le mie osservazioni sulle cose, sull’ordine, sullo stile. Ora noi posso, perché non ho il primo tomo. Intanto posso dirti che mi son piaciute assai le cose contenute nel secondo tomo, e mi pare anco qua e lá scritto meglio del primo... LII. — Del medesimo. — Bologna, 7 gennaio 1805.— ...Mandami i Platoni. .. Ora posso darli via tutti.—Se mai un certo avvocato Degli Antoni ti manda una sua risposta fatta al tuo