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trova in Milano. L’onestá de’ suoi costumi e le disgrazie che ha sofferte lo rendono degno della bontá del governo. Si aggiunge a ciò che ha molta abilitá, travaglia da molti mesi alla compilazione del Redattore italiano , talché si trova istruito di quel meccanismo necessario in lavori di tale natura, e sa il francese e l’inglese benissimo, e conosce anche un poco il tedesco: cognizioni necessarie alla compilazione di un foglio... XLIII. — Al conte Giovanni Battista Giovio. — Milano, 7 marzo 1804. — ... Ho ricevute da voi due gentilissime lettere; e, se non ho adempito finora al desiderio di ringraziarvi, iscusimi la malattia da cui sono stato oppresso e da cui non sono ancora interamente guarito. È questa la prima lettera che posso scrivere; la scrivo dal letto e la dirigo a voi. Vi ringrazio e per l’articolo che mi avete favorito sulle donne e per le osservazioni onde vi siete compiaciuto onorare l’articolo Machiavelli , il quale era mio, come sono miei tutti quelli che nel Giornale troverete segnati con la lettera «C.», e sui quali vi prego esercitare liberamente la vostra amichevole e per me utilissima censura. Vi ringrazierei anche per le lodi che date al mio Saggio storico, se potessi persuadermi che un libro composto parte per mare, parte per gli alberghi di Francia, senz’altro aiuto che quello della memoria, potesse meritar altro che compatimento. — Né la natura, né l’educazione mi avean destinato ad esser uomo di lettere; ma, involto in un vortice, che guidava i volenti, e i non volenti strascinava, privo di amici, di patria e di altre occupazioni, ho creduto utile trarre da quelle poche cognizioni, che un’educazione liberale mi avea date, i mezzi per raddolcire la noia dell’ozio, finché i fatti dassero a me ed alla patria mia speranza di un ordine migliore. Ecco il vero punto di vista sotto il quale il mio Saggio deve guardarsi. E poi debbonsi aggiungere tutti gl’ infiniti e disonesti errori di stampa che lo deturpano, e che io non potei né prevedere né impedire, perché lontano e malato. — Permettetemi adesso che mi trattenga un momento con voi sulle vostre osservazioni. Ma non vi aspettate una lettera tanto erudita, quanto quella che io ho ricevuto da voi. — Non ho mai inteso dire che i preti siano stati i soli nemici di Machiavelli. Sono stati però i primi a censurarlo, perché io non conosco censori anteriori al Cardinal Polo ed al vescovo Cattarino; sono stati i soli a pronunziar sentenza solenne contro di lui, perché io non so verun governo secolare il quale abbia mai