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cui ammirava i talenti ed amava le virtú, e lo tenne quando egli avea da temere per se stesso, e la sua casa era frequentemente visitata dalle orde che saccheggiavano la capitale, e si servivano del saccheggio per arrestare i cosí detti rei, e dell’arresto de’ rei per coonestare i saccheggi. Cosí Galanti fu salvato». —11 De Attellis «era socio dell’Accademia delle iscrizioni e belle lettere. Ad onta della sua avanzata etá, pure preparava de’ lavori per la medesima. Egli ha conversato cogli amici, ha ragionato di letteratura, ha conservato tutti li sensi e la memoria, ha scritto fino a due ore prima di morire. Pochi han guardata la morte imminente con intrepidezza maggiore. Ed a chi gliene parlava parea che dicesse come il famoso Montmorency: — Vi pare che, dopo aver vissuti settantacinque anni, io non sappia morire per un quarto d’ora?».— LXXXVII. — Osservazioni sulla legge del 4 maggio riguardante il debito pubblico (n. 475, 30 maggio 1810). LXXXVIII. — Parere intorno al contagio della tisi polmonare , di Antonio Sementini, Napoli, 1810 (n. 496, 11 agosto 1810). LXXXIX. — Istruzioni fisiche ed economiche sui boschi , di G. Melagrani, Napoli, Trani, 1810 (n. 505, ra settembre 1810). XC. — Esposizione dei prodotti delle arti e manifatture del Regno nel 1810 (n. 513, io ottobre 1810).

XCL — Due discorsi intorno alla scienza dell’uomo, del canonico Gennaro Cestari (n. 530, 8 decembre 1810). XCII. — Caccia reale di Venafro (ivi). b) NEL MONITORE DELLE DUE SICILIE XCIII. — Del sistema proibitivo degl’inglesi e della loro condotta verso i neutrali (nn. gè io, 11 e 12 febbraio 1811). XCIV. — Dello spirito delle religioni, di Alessio Dumesnil (n. 23, 27 febbraio 1811).

Le somiglianze tra le varie religioni sono incontrastabili. «E come mai non esisterebbero? Non han forse tutte... una sorgente comune in quel sentimento universale, eli’è una delle basi della morale e, per cosí dire, dell’esistenza umana, in quel bisogno di riconoscere e d’adorare un Ente