Pagina:Cuoco, Vincenzo – Scritti vari- Periodo napoletano, 1924 – BEIC 1796200.djvu/279

politico, il quale è stato soggetto per molti di dubbi, per molti altri di ricerche, è semplicissimo effetto di una piú benintesa agricoltura».— Cfr. anche presente volume, p. 205 sgg.

LXXXI. — Prospetto di un’opera geometrica che ha per titolo: «L’arte d’inventare ridotta in sistema didascalico», Napoli, stamperia del Corriere, 1809 (n. 419, 15 novembre 1809). E il Prospetto di Niccola Fergola, di cui, quasi contemporaneamente al presente articolo, il Cuoco discorreva con grande entusiasmo nel Rapporto a Gioacchino Murai. Vedere, in questo volume, pp. 67 sg., 156 sg-, 163.

LXXXII. — Delle isole Ponzie (n. 425, 6 decembre 1809). LXXXIII. — Rislaurazione di un canale dell’antica Corfinio (n. 426, 9 decembre 1809).

LXXXIV. — Quadro politico delle rivoluzioni delle Provincie unite e della repubblica botava e dello stato attuale del regno di Olanda, di Matteo Galdi (n. 441. 31 gennaio 1810). LXXXV. — Osservazioni sul decreto organico della coscrizione militare (n. 449, 28 febbraio 1810).

Ancora una volta il Cuoco svolge la sua tesi favorita (cfr. Giornale italiano, passim) che «gl’italiani divennero infelici da che perdettero gli ordini militari». Piú infelici di tutti i napoletani, «perché il governo viceregnale qui li trascurò piú che altrove. Ma la natura non ci ha ella formati per esser guerrieri? Non siamo noi figli de’ sanniti, de’ marsi, de’ lucani?».

LXXXVI. —Necrologia ^n. 456, 24 marzo 1810). Il 16 marzo 1810 cessò di vivere a 75 anni il marchese Francesco de Attellis. Della sua opera sugli italiani primitivi s’è giá discorso (cfr. n. XXVI); ed è peccato che l’autore, sorpreso dalla morte, non ne abbia pubblicati se non due volumi. Ma «il marchese ai meriti letterari riuniva le piú eminenti qualitá morali. Nessuno o al certo pochi han sentitosi veracemente l’amicizia; pochissimi l’hanno tanto altamente, ed anche con gravissimi incomodi e pericoli, professata. In que’ tempi ne’ quali le proscrizioni inondarono di sangue il nostro paese, e ne’ quali era pericoloso finanche la conoscenza degl’infelici proscritti, il nostro marchese tenne per due anni nascosto in sua casa Giuseppe Galanti, di