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coltivar di piú; si sono desiderati i terreni nuovi, perché i soli fertili, ove ogni altro modo s’ignorava per rendere la fertilitá ad una terra giá coltivata; i boschi si sono distrutti con un furore incredibile. Ed in mano di chi erano questi boschi? Per la massima parte erano in mano de’ baroni o delle comuni. Niuno aveva cura degli interessi di queste, i quali spesso confondendosi cogl’interessi male intesi de’ suoi cittadini, non vi era nessuno che li reclamava. Quelli o davano essi stessi mano allo sboscamento, perché cosí venivano a formarsi una rendita maggiore o almanco meno litigiosa, o si opponevano invano; poiché da cinquantanni a questa parte era giá cominciata la reazione contro la feudalitá, ed il piú delle volte, per non dar ragione al barone, si lasciavano distruggere i boschi. La Commissione feudale e i commissari divisori de’ demani han data l’ultima mano a questo male colle troppo moltiplicate divisioni e suddivisioni, le quali faranno si che avremo dei picciolissimi boschi che mal si potranno curare, e ci troveremo di aver date molte terre a coloro che non avranno i mezzi di coltivarle. Per tutte queste ragioni, gli antichi nostri regolamenti erano e doveano essere inutili allo Stato.

Li rendevano poi vessatòri ai privati: 1. le mani venali de’ scrivani, ai quali ne era affidata l’esecuzione; 2. il pessimo metodo di procedura del quale abbiamo parlato;»3. l’influenza diretta che davano ai commissari della marina, i quali avean diritto di entrare entro il podere di chiascheduno, e, se ci trovavano un albero, lo bollavano. Spesso ciò avveniva o che fosse o no necessario; spesso lo volevano far tagliare e trasportare a spese del padrone del podere, in un momento in cui il taglio ed il trasporto erano dannosissimi al raccolto ed ai seminati, ecc. E tutto ciò perché? Per estorquere un regalo; ricevuto il quale, l’albero non serviva piú.