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SULLE SCUOLE DELLE ARTI

Una delle parti piú importanti dell’antico progetto era quella colla quale si dava l’istruzione anche per le arti. Le arti hanno un punto di contatto colle scienze: basta sapere scegliere questo punto, e l’istruzione diventerá utile non solo ai dotti ma anche agl’industriosi. Ora i principi di tutte le arti dipendono dal calcolo delle forme, da quello delle forze, dalle combinazioni chimiche, dalle leggi della vegetazione. Quindi in ogni liceo eranvi per le arti lezioni di geometria pratica, di meccanica pratica, di chimica applicata alle arti, di agricoltura. Eran disposte in modo queste lezioni, che venissero date dagli stessi professori di matematica sintetica, di matematica analitica, di chimica, di botanica; venissero date le tre prime la sera, la quarta ne’ giorni festivi, onde gli artisti vi potessero attendere senza mancare alle loro occupazioni. A queste lezioni era vi aggiunta un’altra di ornato. In Napoli questa scuola era separata e piantata sopra un piano un poco piú vasto. Non si sa perché si sia fatta la guerra alle arti, e siesi loro tolto questo mezzo d’istruzione. La prima idea, bisogna esser giusto, non è stata della Commessione, ma di Giuseppe secondo. La Lombardia ne ha provati felicissimi effetti. Il governo francese l’ha adottata, e Parigi . ha anche essa oggi una scuola di scienze applicate alle arti. La Commessione non ha fatto altro che: i. diffonderla per tutte le provincie; il che non si è fatto in Francia, ed hanno forse avuto ragion di pentirsi, poiché per fare il cadasto hanno avuto bisogno di mettere moltissime scuole speciali di agrimensoria; 2. unirla all’istruzione delle scienze, onde risparmiare ed uomini e spese.

Che si trova di male nella idea della Commessione? che vi sia un’istruzione per le arti? che sia diffusa in tutte le provincie? o che costi poco?